Iniziamo subito col dare la risposta: sì, c’è un tabù.
Secondo una ricerca EURODAP (Associazione europea per i disturbi da attacchi di panico) il 70% degli italiani ritiene “inutile” andare dallo Psicologo, credendo che i problemi si possano risolvere da soli.
Immagina allora di non andare dal medico per una gamba rotta perché puoi curartela con le tue capacità. Chi lo farebbe mai?
Su un piccolo taglio puoi tranquillamente metterci disinfettante e cerotto ma, per tutto il resto, il “fai da te” significa farsi dei danni, anche seri.
Lo Psicologo è visto in molti casi come il “medico dei pazzi“, come colui che interviene solo in casi di gravi disturbi psichici.
Eppure è sufficiente superare i nostri confini per vedere la figura dello Psicologo come un valido aiuto e supporto per le piccole e grandi cose.
Non a caso sempre più celebrità anche in Italia “rivelano” di rivolgersi a dei professionisti del benessere psicologico (attenzione: parliamo proprio di Psicologi iscritti all’Albo!) cercando anche di sensibilizzare la comunità a buone pratiche per la propria salute.
All’estero è prassi consolidata, non esiste un tabù del genere. Anzi viene consigliato spesso e volentieri da chiunque.
Ultimamente gira una frase molto eloquente e d’impatto sull’argomento: “Dallo Psicologo non va chi ha problemi, tutti hanno problemi, dallo Psicologo va chi vuole risolverli!“.
Perché in Italia comunque esistono così tante remore? C’è una cultura della vergogna e della paura all’aprirsi all’altro nella sfera più intima.
Ci è stato insegnato che qualsiasi problema non fisico è come se non esistesse e se esiste c’è qualcosa di cui vergognarsi perché esprime debolezza.
Bisognerebbe solo capire che non è debolezza voler cambiare e migliorarsi, perché è solo di questo che si tratta.